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SACRIFICIO DEL TEMPO, GUADAGNO DELLO SPAZIO

La compressione sarà inutile quando il prezzo delle memorie informatiche si sara sufficientemente abbassato? La risposta è no: la compressione diventerà, al contrario, sempre più importante. Spieghiamo in dettaglio perché le ragioni di questa tendenza sono essenziali per l'avvenire dell'informatica.

Comprimendo si sacrifica un po' di tempo di calcolo per guadagnare dello spazio, si scambia del tempo (quello della compressione e quello della decompressione) con lo spazio (quello guadagnato con la compressione). Si fanno dei progressi sia nel miglioramento delle prestazioni dei microprocessori sia nel miglioramento delle unità di stoccaggio dei dati. Tuttavia si ha tanto bisogno di aumentare le capacità di memoria di quanto si ha bisogno di calcolare di più (se non altro per l’ambiente dei programmi più utilizzati), così sembra irragionevole, a prima vista, utilizzare del tempo di calcolo per guadagnare memoria.

L’utilità fondamentale della compressione nasce dalla difficoltà pratica di utilizzare bene le capacità di calcolo di cui si dispone, mentre è facile

utilizzare bene le memorie disponibili. Il microprocessore del mio computer non lavora di notte ed è ben lontano dall'utilizzare pienamente le sue capacità quando io scrivo un testo. Al contrario il mio disco fisso è pieno all'80 per cento (o anche al 95 per cento) così come tutti i dischetti che mi servono a salvaguardare i vecchi files di dati. Cento altri esempi illustrerebbero la sottoutilizzazione della capacità di calcolo e l'utilizzazione pressoché ottimale delle capacità di stoccaggio. Così, tutti i metodi che trasformano le capacità (male utilizzate) di calcolo in memoria supplementare sono vantaggiosi.

Questa potrebbe essere una legge ancora più generale, che spiegherebbe perchè gli spazi urbani sono sempre utilizzati con più cura (immobili sempre più alti, appartamenti sempre più piccoli, trasporti sotterranei, eccetera) mentre le risorse umane in intelligenza e in competenza sono male utilizzate (quante persone perfettamente capaci di lavorare e desiderose di farlo si ritrovano disoccupate o in pensione anticipata?).

Le ragioni profonde di questa legge di buona utilizzazione dello spazio (che sia lo spazio di memoria o lo spazio fisico) e di cattiva utilizzazione delle capacità di calcolo, di ragionamento, e d’intelligenza, non sono il prezzo di queste risorse (non si ha mai interesse a utilizzare male una risorsa !), ma risiedono nella difficoltà diversa di utilizzare in modo ottimale questi due tipi di risorse: gestire bene uno spazio fisico o una memoria è abbastanza facile perché corrisponde a un problema di sistemazione in dimensione due o più, che si sa fare abbastanza bene in modo approssimato, mentre gestire una capacità di calcolo è più difficile (ciò corrisponde a ottimizzare un impiego di tempo, scelta delicata). Le ricerche di calcolo parallelo - che oggi non sono ancora approdate nel mio microprocessore - illustrano anche le difficoltà di coordinare il lavoro simultaneo di più unità di calcolo, ovvero di gestire le capacità di calcolo.

L'importanza cruciale delle tecniche di compressione cela la difficoltà di usare correttamente le risorse di calcolo che continueranno quindi ad essere utilizzate per comprimere dei dati.

Altre argomentazioni economicamente più congiunturali si potrebbero evocare quando si tratta di comprimere dati per la trasmissione. Uno di essi consiste semplicemente nel confrontare {il costo di una trasmissione di un testo di lunghezza n}, con {il costo del calcolo di compressione e di decompressione} + {il costo di una trasmissione di lunghezza n/2}.

 

 

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