Le
Nuove Agorà
Le
comunità virtuali
possono essere immaginate, in maniera analoga alle agorà di
città dell’antica Grecia, come piazze in cui la gente
può incontrarsi e stabilire relazioni, condividere conoscenza
ed esperienza. Un luogo dove non contano le differenze di età,
di sesso, di razza o di religione. A tal proposito in un precedente
articolo sulle comunità virtuali, Raffaele del Monaco scriveva: "I
rapporti interpersonali, per svilupparsi, hanno bisogno di un luogo.
In passato era necessario incontrarsi in un bar, una piazza o una
casa: si era dunque vincolati alla frequentazione di persone a noi
vicine fisicamente. Ora tutto ciò non è più necessario:
centinaia di siti offrono luoghi virtuali in cui incontrarsi e crescere
assieme…" Inoltre, queste isole nella Rete sono spazi
dove si possono sperimentare esperienze che normalmente la vita “reale” inibisce,
proibisce o semplicemente non offre, essendone sprovvista. L’identità di
un comunitario è molto diversa da quella di un normale cittadino
del mondo reale. L’utopia sembra la parola magica che anima
il tutto. Le frustrazioni socio-politiche dei movimenti filosofici,
scientifici dei secoli scorsi, hanno lasciato un bisogno innapagato
di ricostruire luoghi dove quei fallimenti possano trovare nuovi
alimenti, e risorgere verso nuovi sensi, nuove risposte. Le utopie
si stanno spostando su canali comunicativi nuovi. Anche qui non mancano
i conflitti. Ma è su questo terreno di confronto-scontro che
l’utopia cade o continua a camminare. Essa non deve diventare
mezzo di sopraffazione e di potere sulle altre utopie non condivise.
Dopo il nostro viaggio all’interno delle comunità virtuali,
ci sembra opportuno fare un‘analisi di questo mondo sotterraneo.
Nate e concepite come mondi paralleli al reale, dove poter svolgere
quelle attività (filosofiche, politiche e culturali) che i
normali canali sembrano escludere, le comunità sembrano in
balia della volgarità, della chiacchiera del nulla, in senso
heideggeriano. Non sempre per fortuna. Spesso queste risorse sono
utilizzate per ripetere la telenovela della banalità? Basta!
Per tutto questo esiste la realtà già tanto piena di
calendari e simili. Ci sembra che le comunità più interessanti
siano “sommerse”, nel senso che non sono accessibili
al primo venuto: le più serie si camuffano sotto etichette
fasulle e analizzano l’eventuale comunitario degno di farvi
parte. Non parliamo poi di società segrete o eversive. Sciocchezze!
Tutto è controllato dal Ministero… e poi non c’è niente
di più eversivo del propinarci tutti i giorni “Quiz
Show” o “La Piazza” di Guardì. Le comunità cercano,
con le offerte più variegate, di attirare utenti. Mancano
tuttavia di chiarezza circa gli intenti che spingono a tale promozione.
Insomma, la maggior parte degli utenti è in balia della pubblicità più grossolana.
Sembra che alcuni siti vengono messi in piedi per attirare il maggior
numero di utenti, e di conseguenza per aumentare gli spazi e i costi
pubblicitari. Coloro che navigano per passare il tempo sono avvertiti.
Ma si sa, il mondo virtuale è pur sempre il mondo.
Le
comunità virtuali sono idealmente i luoghi “geografici” della
Rete, dove la net-generation può comunicare con i propri codici
e linguaggi, partecipare alle varie attività condividendo
gli stessi interessi
Internet
e l'educazione: la necessità dell'individuo di pensare criticamente
Il
libro descrive persone che, come me e come tante altre nel mondo, non
utilizzano Internet solo per trovare o pubblicare informazioni ma comunicano
tra di loro utilizzando la tastiera; da ciò nascono lunghe discussioni.
I temi che si trattano possono essere di diversa natura: possono riguardare
la politica, oppure problemi privati di ognuno; sono migliaia i soggetti
sui quali discutere. L'importante è che queste persone possano
comunicare tra di loro attraverso Internet per arrivare a conoscersi,
anche se non si sono mai incontrate nella vita reale; questo è ciò che
io chiamo una comunità virtuale: un gruppo di persone che comunicano
tramite Internet per un certo periodo di tempo. http://www.rheingold.com/ vc/book/index.html
C'è una
nuova rivoluzione sociale alla porte, e nessuno se n'è ancora
reso conto. Per fortuna a segnalarlo ci ha pensato Howard Rheingold,
uno dei più eclettici e visionari studiosi dell'impatto sociale
delle nuove tecnologie. Nel suo nuovo libro, Smart Mobs, non ancora tradotto
in italiano ma di prossima uscita per i tipi della Raffaello Cortina
Editore, l'inventore delle comunità virtuali fa il punto sull'andamento
della situazione finanziaria e tecnologica degli ultimi anni, dedicando
particolare attenzione all'influenza delle medesime nei confronti della
nostra esistenza quotidiana. E rilanciando, con deciso ottimismo, un
senso di fiducia verso la capacità delle nuove tecnologie di migliorare
il mondo in cui viviamo. http://www.quintostato.it/
archives/000069.html
Uno
strumento gratuito per creare una comunità virtuale
Ecco le funzioni principali di Yahoo! Gruppi
Messaggi: puoi inviare e ricevere messaggi per le tue liste di distribuzione File: una sezione per caricare e scaricare i tuoi file, organizzati in
cartelle Chat: una stanza a disposizione del gruppo Foto: salva e condividi le foto del gruppo Sondaggi: divertiti ad organizzare i sondaggi, e a leggere le risposte
del gruppo Agenda: organizza gli impegni del gruppo, e Yahoo! ti
invierà dei
promemoria Database: per organizzare le informazioni sul tuo gruppo