INTERVISTA:
Domanda 1 Poiché Lei ha
scritto un libro sulle comunità virtuali, può darci delle
chiarificazioni sulla loro natura sociale?
Risposta Il libro, ora disponibile anche in
traduzione italiana, prende il titolo di Le comunità
virtuali. Il libro descrive persone che, come me e come tante
altre nel mondo, non utilizzano Internet solo per trovare o
pubblicare informazioni ma comunicano tra di loro utilizzando la
tastiera; da ciò nascono lunghe discussioni. I temi che si trattano
possono essere di diversa natura: possono riguardare la politica,
oppure problemi privati di ognuno; sono migliaia i soggetti sui
quali discutere. L'importante è che queste persone possano
comunicare tra di loro attraverso Internet per arrivare a
conoscersi, anche se non si sono mai incontrate nella vita reale;
questo è ciò che io chiamo una comunità virtuale: un gruppo di
persone che comunicano tramite Internet per un certo periodo di
tempo. Ho trovato molti vantaggi in questa forma di
comunicazione.
Domanda 2 In che modo le
comunità virtuali si differiscono da quelle reali?
Risposta Il vantaggio delle comunità virtuali è
nel poter incontrare persone che dividono i nostri stessi interessi,
anche se questi ultimi sono singolari, e, normalmente, di difficile
condivisione, come l'interesse all'allevamento di una razza canina
rara, per esempio; si possono trovare, in una comunità virtuale,
persone disposte a parlare di qualsiasi argomento. Su Internet si
possono incontrare persone che dividono i nostri interessi anche se
si trovano in paesi lontani: partecipa a questo scambio gente
proveniente da centinaia di paesi diversi! Uno dei vantaggi di
Internet è che non si deve essere perennemente collegati per
conversare; tramite l'utilizzo della bacheca si può lasciare un
messaggio e tornarci più tardi per controllare le risposte. Alcune
conversazioni durano settimane o mesi, addirittura anni; in questo
"luogo" si trascendono tempo e spazio, poiché non si deve essere
tutti collegati contemporaneamente e nello stesso posto. Inoltre,
molti pregiudizi cadono poiché non necessariamente si conosce l'età
o il sesso o, ancora, l'appartenenza ad una cultura
dell'interlocutore. Sono molte le barriere comunicative che vengono
meno con questo medium. Tuttavia, esistono anche degli svantaggi in
questa forma di comunicazione; intanto, non si ha una persona reale
di fronte a sé e, probabilmente, non la si incontrerà mai. Ecco
perché, forse, non si avrà lo stesso senso di responsabilità che si
ha con il vicino di casa. In secondo luogo, è facile, una volta
collegato, mascherare la propria identità fingendo di essere qualcun
altro. Le persone poco gentili possono fingere di esserlo e
viceversa. Alcuni cercano di ingannarci in comunicazioni sociali o
economiche per le quali è possibile non sentirsi preparati. Ritengo
sia importante che la gente capisca come utilizzare questo medium,
così da non essere più sorpresi quando qualcuno pretende di essere
quello che non è realmente. Un altro vantaggio relativo al mezzo, in
rete, delle comunità virtuali è la sensibile diminuzione delle
inibizioni da parte di chi lo usa. Le persone più timide che non
riescono ad intervenire in un gruppo e hanno difficoltà a
partecipare alla conversazione, se hanno bisogno di tempo per
riflettere, le comunità virtuali permettono di essere ascoltati in
un modo impossibile altrove. Questo diminuisce l'inibizione, che
impedisce, normalmente, la partecipazione alla conversazione. Vista
da un'altra prospettiva, questa inibizione può provocare svantaggi
nella conversazione: quando si è in rete, e non si ha la persona di
fronte, non la si vedrà piangere se la si ferisce, e nessuno potrà
picchiarci se riceve un insulto. In questo senso, bisogna essere
molto cauti nell'utilizzare la parola "comunità". Penso che la gente
collegata possa sviluppare relazioni e possa incontrarsi nel mondo
reale, e questo è un modo magnifico di connettersi con la gente che
condivide valori e idee. Se non si ha una vera connessione, l'idea
di comunità diventa abbastanza distante dalla nostra idea
tradizionale di comunità.
Domanda 3 Esiste un'identità
nella vita reale e una quando si è collegati, oppure l'identità si
sceglie man mano che cambiano spazio e tempo?
Risposta La comunicazione online ha effetti
diversi rispetto ad altre forme di comunicazione. Noi tutti
utilizziamo identità diverse nella vita quotidiana; si hanno
identità diverse a seconda che ci si trovi con i propri genitori,
con il proprio coniuge, con il collega di lavoro, oppure con uno
sconosciuto. Siamo tutti abituati nel presentare facce diverse,
maschere diverse per gente diversa. Con il collegamento è possibile
creare diverse identità: se si è un uomo si può diventare una donna,
se si è adolescente si può fingere di essere adulto. Quando si hanno
dodici anni e si è particolarmente intelligenti risulta difficile
farsi ascoltare dagli adulti; in rete, gli stessi adulti possono
pensare che si è un professore o un esperto perché non possono
sapere la reale età dell'interlocutore. Tutti questi vantaggi
possono anche diventare svantaggi: è facile prendersi gioco della
gente, e se si pensa di comunicare con un adulto e si realizza di
parlare con un dodicenne o con un uomo mentre si pensava di
discutere con una donna, non ci si sente molto bene, in seguito; ci
si sente, in qualche modo, traditi. La gente utilizza l'abilità di
mascherarsi per divertimento. Ci sono delle comunità conosciute come
MUD, ossia multi-users dungeons, nelle quali si assumono
ruoli diversi: ci sono principi e principesse, draghi e maghi.
Invece di andare al cinema o di leggere un libro per divertirsi, lì,
le persone creano il loro proprio film, il proprio libro nel quale
giocano i loro rispettivi ruoli. In queste particolari comunità, la
gente capisce che deve assumere ruoli diversi. Ci possono essere
altre discussioni, anche molto serie, nelle quali i partecipanti non
capiscono che altri possano avere opinioni politiche molto diverse
rispetto alle loro. Entriamo, così, nel mondo online, dove la
propria identità è molto più malleabile rispetto alla vita reale.
Come, ciò, influenzerà il modo in cui ci sentiamo? In realtà nessuno
lo sa. E' stata fatta troppa poca ricerca in quest'ambito. Sherry
Turkle ha scritto a proposito dell'identità in rete. Considerando
che centinaia di milioni di persone stanno sedute davanti al
computer, tutto il giorno, e che molti di questi comunicano tramite
Internet, è sorprendente quanta poca ricerca sia stata fatta,
finora, in campo psico-sociologico, su come Internet interferisce
con la nostra mente, come modifica la comunicazione con gli altri.
La rete è un fenomeno nuovo e l'establishment educativo si è mosso
piuttosto lentamente. I resoconti si hanno solo da gente come me.
Non abbiamo una vera ricerca scientifica che ci dica come tutto
questo modifichi il senso dell'identità personale. Ripeto: ci sono
vantaggi e svantaggi nell'abilità di mascherare la propria identità,
poiché si possono sperimentare tante possibilità. Penso sia utile,
per un uomo, provare a fingere di essere una donna per vedere come
si viene trattati. E' anche possibile nascondersi dietro false
identità e calunniare gli altri, sentendosi al sicuro perché non
sarà possibile, per l'altro, ribattere. Come per qualsiasi
tecnologia ci sono vantaggi e svantaggi. Ciò di cui abbiamo bisogno
è imparare ad utilizzare la tecnologia vantaggiosamente, e sapere
come proteggerci dai suoi lati negativi.
Domanda 4 Quali sono le
opportunità offerte dalle nuove tecnologie nell'ambito
dell'educazione?
Risposta Per poter affrontare il problema
dell'impatto delle tecnologie sull'educazione bisogna capire la
differenza tra il sistema scolastico e l'educazione. L'educazione
riguarda la preparazione delle menti per potere interagire con il
mondo, insegnando metodi di studio per introdurre alla storia della
civilizzazione occidentale e alla geografia mondiale, argomenti di
cui si necessita per essere effettivamente al mondo. La scuola,
invece, si preoccupa molto di cosa fare dei bambini durante il
giorno mentre i genitori lavorano, assolvendo alla funzione,
piuttosto, di baby sitting; la scuola ha a che fare con la creazione
di cittadini che saranno membri effettivi della società. Il sistema
scolastico, come lo conosciamo ora, è stato creato per formare buoni
cittadini per la società industriale. Si insegna a stare seduti
tranquillamente al proprio banco, con tutti i banchi in fila e ad
ascoltare quello che il professore ha da dire. Il professore, in
realtà, trasmette la conoscenza come se versasse la propria sostanza
negli alunni. "Imparate a muovervi quando suonano i campanelli":
questo è l'imperativo che prepara la gente a lavorare in fabbrica o
in ufficio. Sfortunatamente, questo tipo di sistema educativo è
molto efficiente nell'era industriale, ma ora siamo giunti in
un'epoca nella quale le cose si muovono più rapidamente; la nostra,
è un'era nella quale non si lavora più nella fabbrica o in ufficio
come si faceva una volta. Le nuove tecnologie, le nuove industrie e
i nuovi modi di vivere arrivano così velocemente che quello che si è
imparato a scuola, o quello che è stato versato nella testa dello
studente, diventa obsoleto entro il diploma. Oggi, per preparare gli
studenti ad essere cittadini in un mondo che cambia rapidamente,
affetto dalle tecnologie, nel quale i ruoli cambiano più rapidamente
di quanto siamo abituati, è importante insegnargli a pensare per se
stessi, a pensare criticamente ed insegnare loro come imparare a
muoversi. Molti genitori e molte società non vogliono trattare i
bambini come gli adulti, non vogliono insegnare loro a pensare
criticamente. Un altro grande problema negli Stati Uniti, e penso
anche in altre società industriali democratiche, è che la gente
risulta sempre meno propensa a pagare tasse per l'educazione
pubblica. Di conseguenza i professori non sono pagati bene e non
vengono attratte le menti migliori all'insegnamento. Le scuole non
sono bene equipaggiate: non ci sono abbastanza matite, mancano
libri, i bagni sono fatiscenti e le aule hanno bisogno di essere
tinteggiate. Insomma: la scuola è una parte della società dalla
quale dipendiamo tutti ma non siamo d'accordo nell'aiutarla a
crescere, quando ciò implica un impegno economico. L'educazione è in
crisi e alcuni pensano che aggiungendo tecnologia tutto si
risolverà. Oggi sono arrivati Internet e i computer, strumenti che
creano un vantaggio didattico eccezionale. Nelle piccole scuole,
lontane dai centri metropolitani, dove è difficile viaggiare
d'inverno, può darsi che ci sia una piccola biblioteca. Uno studente
o un gruppo di studenti brillanti, forse più intelligenti del loro
professore, saranno limitati alle risorse della piccola biblioteca.
Avendo una connessione ad Internet, questi possono accedere alle più
grandi biblioteche del mondo. Avrebbero accesso a più informazioni e
a più sapere di quanto ne potrebbero mai avere dalla loro piccola
biblioteca. Ancora più importante, avrebbero un contatto diretto con
i professori e con altri studenti che possono dar loro un aiuto per
imparare insieme. Se si tratta di uno studente di matematica
avanzata, egli potrà studiare con qualcuno del MIT, anche se si
trova in una piccola città australiana. Esistono modi di utilizzare
il computer per costruire simulazioni e per utilizzare modelli
grafici che permettono agli studenti di studiare molto più
attivamente che con la vecchia lavagna. Tuttavia, aggiungere
Internet e i computer nelle aule non garantisce che tutti sappiano
utilizzarli. I professori devono essere formati e devono esserci
fondi per la formazione continua. Inoltre, questi strumenti
necessitano di una manutenzione tecnica, necessaria quasi ogni
giorno. Molto spesso le scuole dispongono di fondi per l'acquisto di
computer e per la connessione Internet ma non per la formazione e
per l'assistenza. Bisogna, dunque, destinare una parte del budget
alla formazione e all'assistenza. Non penso valga la pena utilizzare
un nuovo strumento per continuare con vecchie tecniche educative; se
si utilizza il computer per collaborare, allora credo che Internet
rappresenti un'opportunità fantastica per l'educazione. Basti
guardare i migliori professori in tutto il mondo che hanno trovato
il modo di utilizzare al meglio la rete per insegnare ed imparare.
Queste opportunità andranno perdute se non si inizia a pensare
realmente alla tecnologia e all'educazione: dobbiamo capire che
aggiungere tecnologia al sistema scolastico non risolverà il più
ampio problema sociale dell'educazione nella nostra società.
Domanda 5 E come possiamo
insegnare agli insegnanti? Come possiamo, inoltre, insegnare loro ad
apprezzare l'utilità delle nuove tecnologie per trasmettere la loro
importanza agli studenti?
Risposta Un professore non diventerà, certo, un
effettivo insegnante di tecnologia se non è entusiasta del suo
utilizzo. Se i professori sono sottopagati e gli si chiede di
aggiornarsi da soli, non avranno le risorse adeguate per poter
imparare a rapportarsi con le nuove tecnologie. In questa
prospettiva, perché dovrebbero essere entusiasti di imparare? E'
importante dialogare con gli insegnanti per capire i loro bisogni,
prima di installare le nuove tecnologie nelle scuole. Viceversa,
sorgerà un vero e proprio risentimento verso queste tecnologie: se
sono pagati poco potrebbero prendersela con le nuove tecnologie. Che
senso ha se sono collegati ad Internet ma il tetto di casa rimane
rotto? Si deve pensare a tutto quello che riguarda le tecnologie:
non si tratta soltanto di mettere il cavo che porta Internet.
Infine, non bisogna far sì che queste novità siano in competizione
con l'insegnamento ma, piuttosto, che accrescano le abilità
all'insegnamento.
Domanda 6 Vuole aggiungere
qualcos'altro riguardo all'insegnamento e alla scuola per il
futuro?
Risposta Internet permette l'accesso ad ogni
tipo di materiale, e il materiale didattico che si riesce a trovare
in rete è interessantissimo. C'è anche del materiale pornografico e
tanta informazione falsa, certo. Dobbiamo, allora, innanzi tutto,
capire che gli studenti devono essere responsabili; i professori, i
distretti educativi, i genitori ed i ragazzi devono, insieme,
decidere quale sia l'utilizzo accettabile di Internet. Tutte queste
entità devono firmare un pezzo di carta contenete le "Regole di
Utilizzo Accettabile", un documento che stabilisca che i genitori
sono consapevoli e gli studenti responsabili del proprio
comportamento. Se uno di loro viene sorpreso a guardare un sito
pornografico invece che un sito educativo, la responsabilità non
ricadrà sulla scuola o su i genitori ma sullo studente, perché ha
accettato egli stesso questa responsabilità. Penso sia importante
allenare la gente a pensare in modo critico sui contenuti che si
possono trovare in rete, poiché se si introducono, in un motore di
ricerca, alcune parole, non è detto che la risposta accurata sia
all'interno della lunga lista di siti che Internet ci invia. In
secondo luogo, chiunque può pubblicare su Internet e ciò permette,
all'utente che utilizza l'informazione, di stabilire se
l'informazione sia accurata o no. E' molto importante sottolineare
questa libertà che si trova in Internet, poiché significa che
dobbiamo insegnare agli studenti ad interrogare criticamente le
fonti d'informazione 'incrociando' le ricerche. Ritorna ancora una
volta il paradosso: per potere utilizzare queste tecnologie bisogna
insegnare ai ragazzi come pensare in modo critico. Molti genitori e
professori si oppongono a questo tipo di insegnamento: se si insegna
loro a mettere in discussione le autorità gli studenti inizieranno a
dare fastidio sia ai genitori che ai professori. Sapere come
insegnare criticamente e tenere una classe ordinata rimane ancora un
problema importante da risolvere.
Domanda 7 Non crede che
basti un V-chip nella televisione oppure una cyber baby sitter per
bloccare quello che potrebbe guardare un bambino?
Risposta Il problema dei filtri su Internet è
molto complesso. Non ci sono modi per capire quello che verrà
censurato: un sito che censura temi relativi al sesso impedirà di
vedere immagini pornografiche ma anche informazioni sul cancro al
seno o sull'AIDS. Penso sia pericolosa una censura dall'alto,
governativa. Un professore non vorrà che i suoi ragazzi vadano a
vedere il sito di 'Playboy', ma vorrà forse trasmettere loro
informazioni sul cancro al seno o su un quadro classico contenente
un nudo. Dobbiamo essere molto cauti, per mantenere sempre il
controllo su questi filtri. In ogni caso, se si hanno dei filtri, è
bene conoscere cosa si filtra e come poter modificare i criteri di
censura. Se il filtro, poi, è creato da aziende come Microsoft o
America On Line, non ci sono possibilità di rendere gli utenti
responsabili.
Domanda 8 E nel caso in cui
i genitori non hanno abbastanza tempo a disposizione per poter
controllare i percorsi in rete dei figli?
Risposta Le persone che sono interessate alla
tecnologia e al modo in cui viene utilizzata dai giovani devono
capire che i genitori hanno una responsabilità. Molti genitori
utilizzano la tv come se fosse una baby sitter elettronica, ma
quanti siedono insieme ai figli, soprattutto quando sono molto
giovani, per raccontargli cosa succede in una pubblicità o in un
film violento? Quanti spiegano che la pubblicità serve a vendere un
prodotto e che la realtà della violenza è tutt'altra? Ciò non
avviene facilmente per la tv, e la stessa cosa succede per Internet.
Molti genitori non conoscono la tecnologia quanto la conoscono i
loro figli, non siedono insieme per vedere come funziona. Ci manca,
inoltre, la capacità di insegnare ai nostri figli come usare tutti i
media che li circondano. Oggi i bambini spendono più tempo davanti
al televisore che in classe, e, nonostante ciò, non ci sono ancora
corsi di alfabetizzazione ai media. Per realizzare un'effettiva
civilizzazione al fine di utilizzare le tecnologie vantaggiosamente
e per evitarne gli svantaggi, è necessario insegnare ai genitori
come insegnare ai loro figli l'utilizzo dei media. I problemi
sorgono quando i genitori sono troppo occupati, quando non se ne
interessano, quando c'è solo un genitore o quando sono drogati o
alcolizzati. Questi sono problemi sociali che hanno un impatto
diretto sull'educazione: quando un bambino di sei anni arriva in
classe, il danno più grosso è già stato fatto. Se ci vogliamo porre
delle domande circa l'educazione bisogna prima interrogarsi sulla
funzione genitoriale.
Domanda 9 Poiché chiunque
può pubblicare su Internet, cosa sarà delle TV giornalistiche?
Risposta Internet è il primo medium fatto da
tanti e rivolto a tanti. Questo significa che ogni computer connesso
ad Internet diventa potenzialmente una tipografia, una rete
televisiva, una radio o un'assemblea dove la gente può discutere.
Esso rappresenta un cambiamento radicale del potere di
comunicazione, dell'influenza e della persuasione sulla gente, e
credo che avrà un impatto profondo sui nostri sistemi politici.
Penso che guardare al passato aiuti a capire meglio il presente; la
stampa aiutò veramente la nascita dello stato-nazione democratico
moderno. Prima del processo di stampa, solo una piccola élite poteva
decodificare il sapere dai libri. Dopo l'invenzione della stampa,
intere popolazioni divennero alfabetizzate. In un periodo inferiore
a cinquanta anni dall'invenzione della stampa, milioni di persone in
Europa sapevano leggere e scrivere, potevano governarsi da soli. Non
può esistere una popolazione che si governa senza essere
alfabetizzata, senza capire e comunicare le istanze che gli
interessano. Nel ventesimo secolo, i mass media hanno avuto una
tremenda influenza sulla gente, portando immagini da tutto il mondo
all'interno delle case. Nei mass media, un piccolo gruppo di persone
decidono quello che un vasto gruppo di gente può sentire e vedere
dal mondo; viceversa, non si può riprendere con la telecamera quello
che succede fuori dalla nostra finestra e ritrasmetterlo al mondo,
se non si possiede Internet. Internet permette di fare uscire mille
voci dove prima se ne sentivano solo alcune! Abbiamo potuto vedere
ciò durante le dimostrazioni di piazza Tien-an-men quando gli
studenti cinesi inviarono testimonianze oculari su Internet. Durante
le sommosse in Unione Sovietica, quando il comunismo si disgregava,
le informazioni venivano e andavano da una società chiusa come non
era stato possibile prima. In Bosnia, quando la radio serba
d'opposizione fu chiusa, iniziò a trasmettere da Internet nel giro
di poche ore. Oggi abbiamo uno strumento potenziale per una
comunicazione democratica essendo difficilmente controllabile da un
potere centrale, al contrario della tv e della radio. Questo
significa anche che qualsiasi tipo di persona può trasmettere
informazioni, inclusi estremisti e pazzi. Dobbiamo, dunque,
affrontare il fatto che non esistono più guardiani che determinano
come o quando dare accesso ai media.
Domanda 10 Dunque, tutto
accade fuori casa e chiunque può scrivere in rete. Non si avrà più
bisogno di giornalisti o della CNN? Esisterà ancora un ruolo per i
giornalisti?
Risposta Il giornalismo sta' assolutamente
cambiando a causa dei nuovi media, rappresentati da Internet. Ci
sono due aspetti che dividono i professionisti dai dilettanti ed uno
di questi è l'accesso ai mezzi di produzione. Qualche tempo fa una
videocamera era costosa, il prezzo era di circa 60.000$ US; oggi la
si può trovare per poche centinaia di dollari. Negli Stati Uniti
abbiamo assistito a quel celebre filmato dilettantantistico sul
linciaggio di Rodney King da parte di poliziotti a Los Angeles;
questo filmato causò sommosse e rivolte politiche. Ciò fu possibile
perché i costi dell'accesso ai mezzi di produzione calarono
abbastanza da permettere anche ad un dilettante di produrre filmati
del genere. E l'accesso ai mezzi di distribuzione? Il nastro su
Rodney King divenne famoso perché chi lo riprese inviò la cassetta
ad una rete televisiva che lo ritrasmise a sua volta all'intero
paese. Oggi, con Internet, le tecnologie permettono a chiunque di
fabbricare video dalla propria scrivania e di ritrasmetterli, ma non
credo che ciò rappresenti la fine del giornalismo professionista. Se
tutti possono trasmettere informazione, possono anche trasmettere
cattiva informazione o, addirittura, disinformazione. Di chi ci
possiamo fidare? Da oggi, le organizzazioni che trattano le notizie
non avranno forse più bisogno dei loro edifici, dei loro giornali,
delle loro stazioni di trasmissione, ma avranno sempre bisogno di
persone che sappiano come capire una notizia, come interrogare le
fonti, come verificare le informazioni e come presentarle in modo
intelligibile. Può darsi che molti dilettanti finiscano per
diventare professionisti ma non penso che questo significhi la fine
dei telegiornali famosi. Le persone sanno che con la CNN si avrà un
certo taglio nelle notizie, ma avranno fiducia della qualità
dell'informazione.
Domanda 11 Se si può mettere
in rete quello che si vuole, dovremmo essere al corrente che si
possono incontrare dei proclami terroristici. In questa prospettiva,
pensa che tutti abbiano il diritto di esprimere la propria opinione?
E se pensa ci siano, quali sono i limiti?
Risposta Le società democratiche sono basate su
due principi fondamentali; il primo è che si voti per il proprio
leader; il secondo, non meno importante, riguarda la libertà
d'espressione. Le società più democratiche proteggono la libertà
d'espressione, anche quando alcuni esprimono idee estreme o
aberranti. Negli Stati Uniti si può stampare un giornale che esprime
idee fasciste o comuniste: entrambi vengono protetti perché
riteniamo sia importante mantenere una varietà d'espressioni e
perché non ci fidiamo delle decisioni governative. Fino ad ora i più
grandi network controllavano ciò che si comunicava tramite i mass
media, tutto era mantenuto nel giusto mezzo e le espressioni estreme
venivano marginalizzate. Oggi si può creare un sito Internet su
qualunque tema e molti lo fanno. Credo che la risposta a questo
rischio non sia la censura ma l'educazione. La risposta ad un errore
è nel far parlare di più e non nella censura della parola. E'
necessario che la popolazione sia educata a pensare in modo critico
altrimenti verrà influenzata da idee estremiste come mai prima
d'ora. Credo, dunque, che non possa esistere una democrazia senza
libertà di espressione, e il miglior modo per affrontare il sistema
della rete credo sia quello di educare le persone.
Domanda 12 Questa nuova
democrazia farà avvicinare la gente ai politici ed alla
politica?
Risposta Uno dei problemi che riguarda i mass
media è la limitazione della dissertazione politica da parte dei
cittadini. Mentre prima andavamo alle assemblee, nei caffè o nei bar
per discutere di politica, oggi sediamo davanti alla tv dove i
politici e le loro idee ci vengono vendute, vengono "confezionate"
da agenzie di pubblicità. Non emerge necessariamente la verità. Il
buon "confezionamento" determina il buon risultato del politico.
Negli Stati Uniti vengono scelti Ronald Reagan o Bill Clinton perché
rendono molto bene in tv. Se non si è un commentatore televisivo non
si avrà accesso a molte persone. In rete, si hanno i famosi gruppi
di discussione, in cui la gente discute di politica 24 ore al
giorno. Per il cittadino è positivo poter esprimere la propria
opinione politica confrontandosi con altri; e più la gente discuterà
di politica, meno riceverà passivamente quello che gli viene
inviato. Ciò, però, non equivale a sostenere che Internet sia una
democrazia elettronica. Ma la domanda che ci poniamo è: l'accesso al
dibattito ed alla discussione miglioreranno, forse, la democrazia?
Penso che non sapremo la risposta. Il primo passo è quello di far
capire alla gente che Internet, insieme alla nostra capacità di
comunicare, è uno strumento politico fondamentale. Non è uno
strumento che permette soltanto l'accesso alle biblioteche o alla
pornografia, ma permette l'accesso all'espressione politica. Se non
si riconoscesse questa potenzialità, prenderemmo decisioni sulla
regolamentazione e sull'utilizzo della rete senza capire che
potrebbe essere uno strumento molto importante per la
democrazia.
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