cambiate: non solo hanno tutti una e-mail e socializzano per interi pomeriggi su messenger con amici e compagni di classe, ma tengono il loro blog e hanno un’idea chiara di che cosa siano i forum. Senza considerare una buona attitudine alla ricerca e al copia-e-incolla di versioni e relazioni. Con il diffondersi dei collegamenti ad Internet nelle case le competenze d’uso degli strumenti della rete sono ormai talmente diffuse da non rendere necessaria di certo la loro alfabetizzazione.
D’altro canto anche la rete è cambiata: i blog, Wikipedia, i calendari e i segnalibri condivisi, gli editor di pagine hanno permesso agli utenti di divenire oltre che fruitori anche autori nella rete attuando le potenzialità di Internet come mezzo di collaborazione.
Gli strumenti del Web 2.0 hanno ampliato le funzionalità di Internet: da grande biblioteca, va diventando sempre di più piazza, ma anche ufficio, stanza per le riunioni, sala conferenze, laboratorio di scambio di idee e informazioni. “Laboratorio” appunto, forse il “laboratorio che non c’è”, e così ho pensato di utilizzarli per iniziare i miei alunni ad un uso della rete un po’ diverso dal “mi collego a messenger”,
con la prospettiva futura di avviarli ad attività collaborative in rete.
Una nota su una caratteristica di questi strumenti che li rendono utilizzabili nella realtà delle nostre scuole: la disponibilità gratuita. Gratis e free sono termini che rendono più semplice adottare strumenti nella nostra realtà di istituzioni senza fondi (e nelle quali c’è una certa resistenza a spendere per acquistare software proprietario). L’impiego nella scuola di strumenti free e open source sarebbe auspicabile sia dal punto di vista tecnico che culturale, ma questa è un’altra storia e bisognerebbe raccontarla a parte.