DARIO

Una giornata interessante

Oggi, 19 Maggio, sono andato con Laura - la mia ragazza - ad una Conferenza ad Udine. Un'esperienza diversa, per molti aspetti interessante.

Organizzata dall'AEGEE, si proponeva di informare sul futuro allargamento dei confini europei agli stati "dell'Est": dodici Repubbliche candidate ad essere ammesse nella nostra Comunità. Dopo più giorni di studio dei ragazzi, italiani ed esteri, hanno esposto delle riflessioni attente e ragionate sulla situzione politico economica dei nostri vicini, offrendoci una mappa delle paure e delle opportunità che Stati membri attuali e, ci auguriamo, futuri, nutrono riguardo alla confederazione.E' emersa una notevole maturità nell'affrontare argomenti molto seri e difficili da gestire - si è parlato di mercati, braindraining, offerta di manodopera "a basso costo" e sconvolgimento delle abitudini e delle consuetudini degli stati interessati. La cosa più interessante è stato poter ascoltare chi vive dall'interno tali fenomeni - ragazzi ungheresi, moldavi e sloveni, oltre ad un francese che si è posto come controparte, come rappresentante dei Paesi già facenti parte dell'Unione. Tutti hanno hanno consentito a riconoscere l'esistenza di più punti di vista riguardo ogni tematica affrontata.

E' intervenuto l'onorevole Massimo Carraro, membro del Parlamento Europeo. Persona di corporatura robusta - "tutta d'un pezzo" - dava alla vista un senso di estrema calma, ponderatezza ed al contempo forza. Davvero non avrei saputo come raffigurare un membro di una delle più alte istituzioni del nostro governo, ed è arduo farsi un'idea anche sommaria delle persone attraverso i media. Sicuramente però non ha assunto un atteggiamento altisonante o strafottente. Ho conosciuto persone molto meno importanti di lui che si davano molte più arie, e questo suo comunicare la propria importanza con le parole più che con la parvenza visiva mi ha davvero colpito.Dall' accento sembrava belga o di un altro paese del BeNeLux, usava un inglese con consonanti dure molto marcate (più marmoree di un altotedesco-maschio-adulto, quasi inumane) accompagnate dalla peculiarità di accentare le parole finali delle frasi alla francese: una curiosa parlata che comunque nulla ha tolto alla chiarezza della sua esposizione. Davvero non è l'accento che rende piacevole e comprensibile un oratore od un discorso...Immediatamente ha posto solido approdo ad un'argomentazione che mi ha un po' spiazzato, la tv ci educa che <<il denaro muove il mondo>> e ritenevo che l'aspetto economico fosse di primaria importanza nella valutazione di una situazione simile, ma lui ha esordito negando proprio questo punto."Ciò che va tenuto presente è che la nostra è una comunità di Valori, e la pace è il primo tra questi. L'Europa dev'essere una casa tranquilla dove ciascun europeo, e non solo una parte di questi, possa vivere liberamente ed in pace. L'ammissione di un nuovo stato all'UE dipende fortemente dal grado di maturità che le sue istituzioni democratiche hanno raggiunto."

La pace. L'aver abbandonato ogni sentimento bellico è condizione neccessaria ed assolutamente ineluttabile affinchè ogni stato europeo, non solo candidato ma ancor di più già membro, goda della prosperità che l'Unione promette. L'assunzione di una funzionale economia di mercato è solo momento secondario ad una trasformazione ideologica nel senso citato. Anche la lingua scende in secondo piano [elemento evidente anche adesso], ciò che unisce non è un linguaggio verbale bensì comportamentale, una facultè du language di buoni propositi e sani principi più che di sostantivi ed aggettivi... Ciò che si dice più che come lo si dice, insomma.

Mi preme citare due ultimi aspetti della conferenza. Intanto si è trovato un nuovo modo per discriminare tra Stati candidati appartenenti all'ex "Secondo mondo", l'ideologia socialista di stampo sovietico, cioè che essi abbiano o meno un passato storico liberista (o filo-occidentale) precedente agli anni rossi. Potrebbero essere popoli "civili", appena caduti in tentazione o autentici mangia-bambini, e a salvaguardia della nostra prole bisogna alzare un setaccio scrupoloso e senza falle. Ma non è che il ministro fosse di destra, affatto. Anzi ha fatto un riferimento ai nostri recenti risvolti politici che ho trovato particolamente divertente. L'Italia, insieme alla Germania ed al BeNeLux ha sempre avuto un incondizionato atteggiamento favorevole all'allargamento dell'Unione. Fino adesso. Pare che nel suo ultimo speech il nuovo ministro delle finanze italiano abbia posto un "ma" nel prendere in considerazione questo argomento: sì ad un'Europa aperta, solo a patto che questo non pregiudichi un'indeterminata ripresa del mezzoggiorno. Determinatissimo è stato invece il commento del delegato, che ha appuntato come retrogrado e compiuto come da chi non conosce ciò che è già stato deciso in proposito in altra sede dal Governo Europeo. Cioè che i fondi sono già stati stanziati e che il progetto è stato già determinato, e che questa sembra solo una scusa tanto per lamentarsi di qualcosa e per accostarsi ad una politica portata avanti da Inghilterra e Francia di generalizzata preoccupazione e conservatorismo fine a se stesso (In GB "ci si preoccupa di ogni cosa", in Francia hanno paura di un crollo dell'agricoltura). E' l'Italia l'unico stato con differenze economiche regionali o è l'unico che ancora non è riuscito a farsene una ragione e ad affrontare il problema in modo costruttivo come un'opportunità e non come un "prezzemolo" retorico?