La Geometria della visione: Storia, arte, applicazione al computer

"Conoscendo le proprietà di una certa figura, concluderne le analoghe proprietà di un'altra figura dello stesso genere ma di una costruzione più generale" In questo modo sintetico Luigi Cremona, quasi un secolo e mezzo fa, spiegava l'importanza del metodo di trasformazione in geometria. Da allora questo metodo è divenuto uno degli strumenti didattici principali per l'insegnamento della geometria. Anche in questo senso la modernità ci richiama in modo essenziale a una lunga tradizione: chi voleva rappresentare in modo realistico lo spazio che ci circonda ha dovuto affrontare un problema secolare e cioè come rappresentare visivamente in due dimensioni lo spazio tridimensionale. Lo studio della prospettiva e delle trasformazioni proiettive, che ne costituiscono il risvolto matematicamente più significativo, hanno oggi un'importanza crescente. Inoltre i mezzi messici a disposizione dagli strumenti informatici, in particolare quelli relativi alla geometria dinamica, hanno reso possibile affiancare e in buona parte sostituire i faticosi calcoli con l'intuizione visiva. Ciò ha reso possibile trasferire questa parte della matematica a livello delle nostre scuole superiori, come dimostrano numerose esperienze didattiche svoltesi in tutta Italia. Inoltre i legami di questa geometria con profondi problemi filosofici (come la natura dell'infinito in geometria), con affascinanti percorsi artistici, come quello di Piero della Francesca, con una storia che può farsi risalire all'epoca greco-classica, con problemi attuali relativi alla moderna industria del software (si pensi agli effetti speciali nel cinema), rendono questo ramo della matematica sia per percorsi multidisciplinari, sia per un primo sguardo sulle applicazioni più sofisticate della computer grafica.

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