La Neapoli rappresentò la naturale espansione della città verso il mare. Essa in pochi anni si ingrandì più del doppio. Le botteghe artigiane, i mercati, i cantieri e le altre attività e gli addetti ai servizi facevano convivere serenamente gli abitanti la cui cittadinanza era formata da: indigeni, fenici, cartaginesi, greci e quant'altri lavorassero e risiedessero nella città. L'intreccio dei rapporti sociali e la variétà di razze favorì sicuramente la futura cultura multirazziale e multietnica di cui il popolo palermitano ancora oggi va fiero.
La cinta muraria venne estesa al nuovo perimetro e tre nuove porte vennero aperte in aggiunta all'unica rimasta della vecchia cinta: la porta che conduceva all'area riservata dove venivano seppelliti i morti. le 4 porte erano orientate in modo da permettere l'ispezione dei 4 lati dei muri perimetrali.
In basso presentiamo ciò che rimane oggi delle mura della Neapoli, osservabili all'angolo tra Piazza Bellini e Via Maqueda. Il senso in cui si protendono, e cioè verso il mare, ci fanno comprendere i confini di allora, verso ovest la Neapoli, verso est il corso del Fiume Kemonia e la campagna.
Mura della Neapoli. Al di qua si era fuori dalle mura. |
La stessa immagine vista dall'interno ideale della Neapoli. |
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