MAPPE CONCETTUALI PER LA RICERCA DI INFORMAZIONI IN INTERNET

Uno strumento metacognitivo per sviluppare le abilità di ricerca e di costruzione di conoscenza

 

Corrado Petrucco

Università Ca' Foscari di Venezia - SIS Scuola di Specializzazione

conrad@cidoc.iuav.it

 

1. L'entropia informativa e la necessità di una "Information Literacy"

Il sovraccarico informativo

Internet con la sua enorme mole di informazione disponibili pone dei pressanti problemi sulle strategie di ricerca e sulla qualità dei documenti recuperati dalla rete: si parla di information overload, ovvero di sovraccarico informativo.  Da un recente studio emerge che i bambini e i ragazzi, che sono comunemente considerati molto più ricettivi degli adulti alle nuove interfacce della tecnologia, non sono immuni a questo genere di sindrome, anzi, più sono piccoli più l’impatto con il flusso informativo genera disagio e frustrazione.  Da una recente indagine italiana risulta che l’attività più frequente che i docenti svolgono assieme agli studenti quando utilizzano Internet a scuola sia proprio la ricerca di informazioni (1).  Si può ritenere perciò che nei prossimi anni sarà necessario aiutare gli studenti a sviluppare quelle abilità di ricerca in rete che permetteranno agli studenti di selezionare le informazioni e di strutturarle in aggregati significativi di conoscenza, ampliando in questo l'approccio costruttivistico.  Gli anglosassoni hanno da tempo coniato un termine per definire quell’insieme di abilità richieste dall’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione: l’information literacy.

 

Proposte di strategie cognitive per la ricerca informativa

Alcuni studi sulle abilità cognitive e metacognitive coinvolte nei diversi momenti della ricerca dell’informazione riportano delle costanti nei processi cognitivi.  Esistono a questo proposito anche delle vere e proprie tassonomie specifiche come ad esempio quella di Eisenberg e Berkowitz [1].  In questi approcci l’utente è guidato alla soluzione dei suoi bisogni informativi attraverso una serie di passi che dovrebbero garantire una riflessione metacognitive adeguata in relazione agli obbiettivi che si è proposto.

 

Problemi cognitivi nella ricerca in Internet

Sembra accertato che vi sia una forte correlazione fra gli stili cognitivi di ciascun utente e le strategie di ricerca sui data-base on-line e che la stessa relazione si possa verificare anche nella ricerca in Internet.  Come abbiamo già accennato sono gli studenti (soprattutto quelli attorno ai 10-11 anni di età) che pur riuscendo ad interagire con le interfacce utente, hanno dei seri problemi nel trovare informazioni effettivamente pertinenti e nel selezionarla nella massa disorganizzata di risultati recuperati.  Questa difficoltà si rispecchia poi nel comportamento relativo alla formulazione delle interrogazioni.

 

Mappe concettuali come strumento di riflessione metacognitiva

L'eccesso di documenti con cui ci si trova a che fare utilizzando strumenti come i motori di ricerca, di solito dipende dalla mancata formulazione metacognitiva delle esigenze informative.  A questo proposito, le mappe concettuali sono considerate un efficace strumento metacognitivo.  Esse appartengono alla categoria dei "visual organizer" che si sono dimostrate utili per rappresentare, condividere e manipolare la conoscenza.

 

Le mappe concettuali possono ridurre i tempi di ricerca

Da evidenze empiriche abbiamo verificato che in media il 95% del tempo viene perso nel cercare tra i link ed i documenti trovati e meno del 5% nel pianificare e scegliere le parole chiave da inserire nei motori.  Questo vuol dire che in una ricerca considerata soddisfacente, della durata media totale di 15 minuti, non riflettono neanche 1 minuto sulla scelta delle parole-chiave da usare.  L'assunto su cui si è basata la presente sperimentazione è che l'utente dovrebbe dedicare invece la maggior parte del tempo alla pianificazione della ricerca per migliorarne l'efficacia, diminuendo così il tempo complessivo dedicato all'operazione

 

Figura 1. Tempo dedicato alla pianificazione delle ricerche con e senza strumenti metacognitivi

 

L'importanza di un lessico di riferimento esplicitato dalle mappe concettuali

Spiegare, infatti, cosa si vuole cercare, equivale a fare delle parafrasi di un concetto sul quale ancora non si dispone di un lessico adeguato.  Lo sforzo di costruire un’adeguata competenza lessicale permette di stimolare inferenze sui contesti d'uso e di focalizzare e di rifinire di volta in volta la rete lessicale di connessioni semantiche che legano tra loro le parole di un certo dominio di conoscenza.  Il lessico quindi va adeguatamente inserito in strutture cognitive di cui gli studenti devono impadronirsi.  Queste strutture sono in sostanza una metafora dell’organizzazione dei concetti nella nostra memoria semantica e trovano nelle mappe concettuali un’efficace rappresentazione metaforica.

 

2. Il metodo SEWCOM©

Dalle considerazioni che abbiamo fatto precedentemente riguardo all’Information Literacy, emerge la necessità di un metodo metacognitivo che tramite l'uso delle mappe concettuali, permetta di cercare, valutare ed integrare la conoscenza scoperta nel Web.  Il metodo proposto cerca di integrare appunto entrambi i processi ed è stato battezzato SEWCOM Search the Web with Concept Maps.  Il metodo utilizza l'approccio metacognitivo-visuale delle mappe concettuali e si basa sul presupposto che la ricerca delle informazioni su Internet non è che un primo passo cui deve seguire la ristrutturazione e la valutazione della nuova conoscenza acquisita in strutture cognitive flessibili e d’immediato utilizzo.  Il metodo SEWCOM prevede quattro fasi:

 

1.    Brainstorming e contestuale creazione di una mappa concettuale con parole correlate all’argomento che si vuole cercare.

 

2.    Ri-strutturazione topologica della mappa sulla base delle aree semantiche individuate.

2.1.  Uso dei motori di ricerca utilizzando le parole chiave che definiscono ciascuna area semantica

 

3.    Lettura e valutazione dei documenti trovati.

3.1.  Scoperta di nuovi termini da aggiungere alla mappa.

3.2.  Eventuale nuova ricerca on-line per filtrare e focalizzare meglio il tema usando i nuovi termini (lessico) come key-words.

 

4.    Ri-strutturazione creativa della mappa tramite l’evidenziazione delle interrelazioni fra concetti appartenenti ad aree semantiche differenti.

 

I risultati dei motori di ricerca spesso mostrano come un concetto/parola sia presente in maniera trasversale in molti domini di conoscenza differenti (contesti).  Riconoscere questa trasversalità significa riuscire a collegare questi domini per costruire rappresentazioni concettuali alternative che serviranno a vedere un problema o un concetto con occhi nuovi.  L'effetto è rafforzato soprattutto dal fatto che la conoscenza è immediatamente contestualizzata dai documenti recuperati da Internet.  Evidenziarla esplicitamente (in una mappa, ad. es.) e con riferimenti contestuali immediati a documenti su Internet fa sì che: "... students can learn more words in a shorter period of time" [2].

 

Ricerca delle informazioni e apprendimento collaborativo

In un contesto di apprendimento collaborativo, la creazione di mappe permette a ciascun componente del gruppo di condividere le proprie parole-chiave e di recepirne dagli altri.  Questa attività può attuarsi in modo efficace attraverso il metodo SEWCOM con poche modifiche rispetto alla sua applicazione stand-alone.  Di solito la ricerca di informazioni in rete, viene vista come un processo solitario.  Recenti studi tuttavia hanno dimostrato come la collaborazione fra più persone possa migliorare notevolmente il risultato della ricerca.

 

3. Lo studio esplorativo e la sperimentazione preliminare del metodo SEWCOM

Durante una serie di seminari su Internet per la Didattica, svolti nel 1999 e 2000 abbiamo sperimentato il metodo SEWCOM con circa 200 persone (direttori didattici del Veneto, Friuli e Sardegna e studenti di scuola secondaria superiore).  Il tentativo era di verificare su adulti e ragazzi se, e in che misura, una riflessione metacognitiva, supportata da una mappa concettuale, potesse efficacemente migliorare le strategie di ricerca on-line.

 

L’importanza di esplicitare le conoscenze precedenti

Proprio per limitare gli effetti di dissonanza cognitiva [3] si è scelto di riformulare l’interrogazione iniziando con uno "brainstorming", facendo ricorso alle conoscenze pregresse che ciascun partecipante possedeva sull’argomento.  Cercare di esplicitare le conoscenze pregresse, è considerata una tecnica efficace in molti contesti e si dimostra valida soprattutto per migliorare l’apprendimento, essendo in grado di attivare meccanismi di riflessione metacognitiva.  Nel nostro caso si trattava di far associare al concetto di "Galileo" quanti più termini significativi possibile e di visualizzarne le interrelazioni attraverso la mappa concettuale.  A volte i termini erano parole singole come "cannocchiale", o "abiura", altre volte invece gruppi di parole come "rivoluzione copernicana", "caduta dei gravi" o intere frasi che descrivono compiutamente un concetto come: "la terra che gira intorno al sole", oppure "l'inventore del metodo scientifico".  Mentre era in corso il brainstorming veniva creata la mappa situando come concetto centrale il termine "Galileo" e come concetti correlati gli altri termini proposti dai partecipanti (vedi figura).

 

 

La ristrutturazione della mappa in aggregati semantici

 

Il passo successivo prevedeva la ristrutturazione spaziale dei concetti nella mappa, così da creare delle aree semantiche specifiche da cui poi scegliere i termini da includere di volta in volta nella stringa di ricerca e focalizzare meglio ciascun tema. Ad esempio molto spesso emergeva l’area semantica "religione" ovvero i rapporti di Galileo con la Chiesa (keywords: "Inquisizione", "Papa", "Sacre Scritture") oppure l’area riguardante l’"astronomia" (keywords: "Sole", "Terra", "Giove", "cannocchiale").  I riquadri entro i quali sono racchiuse le parole sono stati a questo punto ridisegnati in modo differente e con colori diversi proprio per migliorare la visibilità della mappa e rafforzare la percezione distinta delle varie aree.

 

Alcuni motori di ricerca come ad es. Northern Light, hanno cercato di offrire all'utente oltre alla normale lista di risultati, anche un elenco di categorie generato automaticamente.  Questo tipo di classificazione automatica però, lascia molto a desiderare soprattutto per l'impossibilità dell'utente di scegliere egli stesso il tipo di classificazione.

 

L’iterazione del processo di ricerca e la creazione di un lessico specifico

Dopo il lancio delle nuove ricerche con i termini inclusi nelle varie aree semantiche si costatava la drastica riduzione dei documenti trovati: per cui ad esempio si passa dai circa 240.000 riferimenti con solo il termine "Galileo" ai 319 di "Galileo AND Inquisizione" o ai soli 7 di "Galileo AND Abiura".  A questo proposito, nel corso di questa seconda parte del processo di ricerca è emersa la stretta correlazione tra il possedere un lessico specifico del dominio di conoscenza che si sta indagando e l’abilità di "restringere" la ricerca on-line.  Infatti, il termine "abiura" non emergeva molto di frequente, essendo un termine, in effetti, poco usato nel linguaggio corrente e fortemente legato a contesti particolari.

Figura 2. La ristrutturazione creativa della mappa con link trasversali a più domini di conoscenza

 

Nella fase finale sono state inserite anche delle immagini in corrispondenza dei nodi per rendere la mappa più acattivante e sottolineare la "scoperta" di nuovi termini/concetti come ad esempio quelli sul "pendolo di Foucault" (vedi fig. 2) o quello sulla "perfezione degli oggetti celesti" (dogma della chiesa messo in crisi dalle osservazioni attraverso il cannocchiale).  I nuovi termini/concetti devono ora "giustificare" la loro presenza tramite dei link ai nodi nella rete concettuale pre-esistente: ciò permette una ristrutturazione creativa della mappa, generando nuova conoscenza.  È interessante notare come questa sia di tipo trasversale a più domini specifici e come dall’interazione tra essi possano scaturire nuove idee: ad esempio la dimostrazione della rotazione terrestre senza l'uso di strumenti d’osservazione ottica utilizzando solamente un pendolo.  Oppure la percezione dell'importanza degli studi sul pendolo per la misurazione del tempo o ancora infine, quale importanza abbia rivestito nella storia occidentale il rapporto tra scienza e religione.  La trasversalità dei saperi è così evidenziata visualmente in modo efficace e naturale e favorisce una progettazione didattica attenta agli approcci multidisciplinari.

 

(1) Il dato è confermato anche per gli utenti generici: Statistical Research, 2000 riporta che, dopo la posta elettronica, l’applicazione che gli utenti utilizzano di più sono i motori di ricerca, che però passano primi se viene chiesto di stilare un ordine di importanza (Jupiter Research, 2000).

 

 

Bibliografia

1.M. B. Eisenberg, R. E. Berkowitz, Teaching information & technology skills: The Big6 in Secondary Schools, Linworth: Worthington, OH, 2000.

     Online at http://www.big6.com/overview.htm

2. S. A. Stahl, Vocabulary development, Brookline Books: Cambridge, MA, 1999.

3. L. Festinger, A theory of cognitive dissonance, Stanford University Press: Stanford, 1957. (trad. it. La teoria della dissonanza cognitiva, Angeli: Milano, 1978.