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Online i messaggi dei marines e degli iracheni
Iraq, la guerra dei blog invade la Rete
Alcuni siti indipendenti raccolgono le opinioni dei soldati americani e dei sostenitori delle ragioni dell'Iraq
L'home page del blog «The Primary Main Objective» (L'obiettivo primario)
La guerra si fa anche in Rete. E' la guerra dei blog. Da una parte gli americani, con un sito creato apposta per raccogliere la «propaganda» alleata. E dall'altra il sito di un misterioso iracheno che si firma Salam Pax. E ovviamente si oppone all'invasione del suo Paese. Non risparmiando però le critiche alla classe dirigente dell'Iraq.

MARINES - Il sito dei soldati americani si chiama «The Primary Main Objective», (L'obiettivo primario). E raccoglie impressioni, idee, commenti e anche invettive dei soldati. «La sabbia è così fine che non fa male quando c'è una tempesta. Il momento più divertente della missione: un cartello autostradale che da un lato indica la città di (....) e dall'altro la direzione "deserto". Un'ovvietà, avresti detto», scrive per esempio il tenente della Navy Kevin Mickey. Che scrive ancora: «La chiamano "Choc e timore", ma evidentemente non li abbiamo intimoriti abbastanza». E chiosa, furioso: «Trasformeremo quelle divisioni in rovine fumanti. Il destino di Mussolini non è abbastanza per chi ha catturato i nostri Pow (Prisoner of war, prigionieri di guerra, ndr)».

FINESTRA - Il blog «The Primary Main Objective» (la parola viene da web-logs, come dire diario in rete) non è l'unico. Un altro sito, Lt-Smash.com, offre una finestra sulla vita dei soldati: «L'uomo non vive di sole razioni militari. O forse sì, ma diventa noioso. Fortunatamente noi non abbiamo di questi problemi. Riceviamo due pasti caldi al giorno e oggi anche biscotti per dolce», racconta per esempio un ufficiale con la passione per la notizia. Il suo sito si sottotitola «Vita nella sandbox», il recinto della sabbia in cui giocano i bambini. Ma la guerra non è un gioco, e il tenente di Lt-Smash lo sa: «Le notizie dei morti e dei feriti ci provocano un misto di emozioni. Tristezza per la perdita dei commilitoni. Sollievo perché finora sono poche».

INTERVENTI INTIMI - Sono interventi intimi, personali, quelli che si leggono sui blogs. Pieni a volte di cinico umorismo: «Memo a Saddam: non preoccuparti per le bombe a Bagdad: è un progetto per ricostruire l'area», si legge su Lt-Smash, mentre su «The Primary Main Objective» scrive Mickey: «Mi sento nudo. Ma non fatevi idee. Ho indosso l'uniforme, ma ho tolto la tuta anti-armi chimiche». Mickey a volte pecca di inesattezze originate da «radio- fante»: «Saddam ha sparato un paio di Scud, ma non mi ha preso», ha scritto all'inizio della guerra senza sapere che l'Iraq ha usato missili Frog contro le truppe Usa nel Golfo, ma non gli Scud, proibiti dal 1991.

NOME E COGNOME - Il tenente di «The Primary Main Objective» si è presentato per nome e cognome: è un ufficiale della riserva di 39 anni con il pallino dell'informatica. Lt-Smash informa invece sotto pseudonimo: «Questo è un diario anonimo. Sono intenzionalmente vago su chi sono e dove mi trovo», ha scritto l'autore in una sezione del sito. L'anonimato non riflette il timore di essere ripresi dai comandanti. «Sanno - ha spiegato Mickey - che non facciamo niente di stupido». Tenere in piedi un blog dal fronte non è difficile. Le forze armate non hanno regole centralizzate che controllano l'accesso a Internet dei militari e spetta ai comandanti delle singole unità valutare se autorizzarlo o meno. «Il volume di traffico è tale - ha spiegato al Wall Street Journal il maggiore C.J. Wallington, responsabile della rete protetta dell'Esercito Army Knowledge Online - che è impossibile controllare ogni e-mail».

Paolo Salom
27 marzo 2003

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