Una Tassonomia degli Obbiettivi Educativi per l’Apprendimento in Internet

Aprile 2002
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Corrado Petrucco - mailto:conrad@cidoc.iuav.it
Istituto Universitario di Architettura di Venezia
 
  Il seguente paper è in parte tratto dal libro: 

Internet per la didattica  
dialogare a scuola col mondo  
E. Pantò, C. Petrucco  
Apogeo Ed., 1998

Abstract del paper:  

1. Bloom, ovvero lo sforzo per gettare delle basi comuni 
2. Una Tassonomia degli Obbiettivi Educativi per l’Apprendimento in Internet 
3. Tassonomie di strumenti Ipertestuali 
4. Internet influenza il nostro modo di pensare? 
5. Internet, il libro e la scuola


 
1. Bloom, ovvero lo sforzo per capirsi

    1. Conoscenza
    2. Comprensione
    3. Applicazione
    4. Analisi
    5. Sintesi
    6. Valutazione

Vi sono certamente delle incongruenze che sono state fatte rilevare e che si possono riassumere in tre punti: le categorie non sono mutualmente esclusive, il sistema è eterogeneo e la classificazione è convenzionale. Un altro punto spesso contestato è quello relativo all'ordine di precedenza degli elementi nella tassonomia, per cui ad esempio non esistono elementi determinanti per collocare nella gerarchia prima l'analisi e poi la sintesi, o il fatto di porre al vertice la valutazione. Infatti la gerarchia presuppone un crescente livello di difficoltà mano a mano che si sale nella scala delle definizioni. Inoltre non si vede perchè distinguere tre aree (la cognitiva, la psicomotoria e la affettiva): la lettura di una poesia, ad esempio, rientra nella sola area cognitiva o anche in quella affettiva? Alcuni recentemente contestano anche l’approccio lineare della tassonomia, affermando che darebbe scarsa autonomia all’insegnante nello stabilire cosa possa essere considerata un’esperienza valida per i propri alunni. Questi, a loro volta si troverebbero parte scarsamente attiva nel processo di apprendimento, costretto in una troppo rigida struttura gerarchica.
 
Prendendo perciò solo come spunto la tassonomia cognitiva di Bloom, cerchiamo di capire se l'introduzione di Internet nella scuola inevitabilmente porti a ripensare la formulazione o quantomeno l'integrazione di quelli che vengono definiti gli obiettivi educativi del curricolo e quindi ad una nuova tassonomia che faccia da riferimento a delle nuove abilità.
 

Molte ricerche, che si rifanno soprattutto agli studi di Vygotsky (2,1986), sono state effettuate in questi ultimi anni per verificare se un allargamento degli ambienti di apprendimento con contatti al di fuori della struttura scolastica, poteva effettivamente portare a dei risultati. Esse hanno portato ad avanzare l’ipotesi che queste interazioni "sociali" possano portare a dei livelli di sviluppo cognitivo altrimenti impensabili (3, 1989). Perciò, visto che Internet è soprattutto un mezzo per comunicare, è utile fare riferimento ad una tassonomia specifica in merito. Questa va intesa non solo come uno schema utile per l’accertamento di abilità collegate all’interazione interpersonale, alla ricerca delle informazioni, o all’apprendimento collaborativo (4, 1994), ma anche come un vero e proprio percorso formativo, integrabile in quello scolastico tradizionale.
 

Fig. 1   Una tassonomia degli obbiettivi educativi per l’apprendimento in rete (Petrucco 1996).
 

che sono necessarie per raggiungerli.


Il primo livello è quello che vede la capacità di ricercare e selezionare le informazioni ed esplorare le relazioni ipertestuali interagendo con del software (human-computer collaboration) e adottando strategie efficaci per la ricerca delle informazioni sia in ambiti strutturati, come le biblioteche in rete, sia in ambienti ipertestuali presenti nella rete stessa. Strumenti: Browser Web, Motori di Ricerca, Indici di Rete.
 
Il secondo, l'abilità di interagire in modo critico ed attivo con altre persone, utilizzando la posta elettronica (interazione one-to-one) e adottando una forma di comunicazione asincrona. Strumento: posta elettronica.


Il quarto, la capacità di collaborare e/o cooperare ad un progetto via telematica (interazione many-to-many) utilizzando attivamente tutti gli strumenti che la rete mette a disposizione. In particolar modo va evidenziata la capacità di costruire pagine Web ipertestuali da condividere in rete con altri. Attenzione! Qui non si tratta di padroneggiare il linguaggio HTML nelle sue più recenti e mirabolanti specifiche: molti infatti pensano che basti creare pagine ricche di immagini e collegarle in modo ipertestuale con altre, per produrre del materiale utile all’apprendimento. Non è così. L’acronimo GIGO (Garbage In, Garbage Out - spazzatura dentro, spazzatura fuori) coniato ormai un ventennio fa, è più che mai vero: costruire una serie di pagine web con finalità didattiche non è un compito meno difficile che scrivere un libro o girare un film sugli stessi temi. Il fatto che si usino strumenti ipertestuali ed il risultato sia visibile in rete, non garantisce automaticamente la qualità del prodotto. Sono necessarie particolari abilità comunicative che vanno apprese ed affinate nel tempo, esse allora permetteranno di presentare in maniera coerente ed efficace la conoscenza che si vuole condividere.
 

1 Ricercare le informazioni Assumendo che gli ipermedia siano definibili come un vasto insieme di nodi e collegamenti, il maggior beneficio pedagogico è la possibilità di assistere lo studente nel processo di esplorazione.
 
2 Comprendere l’argomento L’enfasi viene messa nell’ efficienza dell’apprendimento: Lo studente dovrebbe sviluppare l’abilità di chiedere spiegazioni per chiarire al meglio l’argomento che devono comprendere.
 
3 Manipolare le informazioni Le informazioni possono essere ristrutturate dallo studente in funzione delle proprie modalità di apprendimento.
 
4 Costruire informazioni Qui lo studente ha la responsabilità attiva di produrre informazione, anche in un contesto collaborativo.
 

Più vicina invece agli aspetti di interazione che l’uso della rete favorisce, c’è la tassonomia proposta da Bruce (8, 1995) e quella di Nickerson (9, 1997)  ma sopratutto quella di J. Bonk (10, 1995)  dove sono proprio gli innovativi strumenti per comunicare a costituirne l'ossatura e la definizione. In quest’ultima vi sono cinque livelli che cercano di classificare gli strumenti di comunicazione sopratutto per definire le attività di "collaborative writing", ovvero quelle attività che due o più persone compiono lavorando assieme e condividendo lo stesso testo nell’ambito di un progetto comune.
 

1 Strumenti per la posta elettronica Essi permettono agli utenti di mandare direttamente messaggi o files ad altri utenti fisicamente lontani
.

2 Strumenti per la scrittura collaborativa ad accesso non contemporaneo Permettono agli utenti di modificare, aggiornare, verificare archivi situati presso computer fisicamente collocati lontano.  
3 Strumenti per il dialogo in tempo reale
Permettono il dialogo in tempo reale fra più persone.  
4 Strumenti per la scrittura collaborativa ad accesso contemporaneo
Permettono nel solo formato testo a più di una persona, di lavorare su di uno stesso documento nello stesso momento. Le modifiche sono visibili a tutti i partecipanti.  
5 Strumenti per la cooperazione ipermediale
Permettono la condivisione di documenti come nel livello 4, ma con la possibilità di lavorare con ipertesti, immagini, suoni, voce o animazioni.
 

Bisogna essere sempre consapevoli che questi strumenti tenderebbero per loro natura a far applicare un diverso modello di insegnamento che si richiama al costruttivismo. Gli studenti, utilizzandoli, saranno infatti in grado di esplorare i dati disponibili in rete dialogando con loro pari e con altri e di ricavare da essi conoscenza piuttosto che memorizzarli passivamente, di partecipare a progetti, di soddisfare direttamente la loro curiosità, di dare e ricevere aiuto nel risolvere problemi.
A questo proposito sono stati proposti vari approcci teorici che si rifanno alle tesi di Piaget e di Vygotsky: si parla perciò di apprendimento collaborativo in un contesto costruttivista se due o più persone riescono a raggiungere degli obbiettivi a cui singolarmente non sarebbero potuti giungere (11, 1990). Grande importanza viene data alle differenze che le persone hanno nel modo di risolvere un certo problema: questi diversi modi di approccio possono integrarsi reciprocamente e addirittura modificare la comprensione del problema stesso. Vygotsky parla di "zona di sviluppo prossimale" per proprio per definire:

 
 

In questo senso la rete, e gli strumenti che essa mette a disposizione, dando la possibilità di mettere in contatto tra loro un gran numero di persone di culture differenti e sparse in tutto il mondo, potrebbe rappresentare veramente una zona di sviluppo prossimale illimitata (13, 1997).
Apprendere, in questo contesto, significherà allora non solo imparare i concetti di una specifica disciplina, ma anche come usare al meglio gli strumenti per comunicare ed interagire, così che i confini tradizionali fra l’imparare l’uso delle tecnologie e imparare attraverso le tecnologie inizi a sovrapporsi.
 

 
 
Nei prossimi anni molto probabilmente assisteremo ad una grossa crisi, dovuta all’inevitabile integrazione della rete nella scuola; si tratterà del manifestarsi tra gli studenti ed i docenti di una sorta di dissonanza cognitiva (16, 1997). Infatti la rigida suddivisione in materie separate che formalizzano il sapere in appositi "testi per la scuola", già messa in crisi dalla diffusione degli ipertesti (17, 1994), subirà un ulteriore colpo dalla consapevolezza che la conoscenza è un fatto sociale (e quindi reticolare, ricco di interrelazioni) e come tale implica il confronto con altri soggetti anche al di fuori delle aule. E questa consapevolezza si scontrerà con quel paradigma consolidato da secoli che vede il "libro" al centro della cultura.



 (1)    B.S.Bloom, Tassonomia degli Obiettivi Educativi, Teramo, Giunti-Lisciani, 1986.
 (2)    Vygotsky L. Thought and language, Cambridge, MA: MIT Press, 1986.
 (3)    Brown  A. L., & Palincsar, A. S. Guided, Cooperative learning and individual knowledge acquisition. In L. Resnick, Cognition and instruction: Issues and Agendas, pp.391-451, Hillsdale, NJ:Erlbaum, 1989.
 (4)    Bonk C. J., Medury, P. V., & Reynolds, T. H. Cooperative hypermedia: The marriage of collaborative writing and mediated environments. Computers in the Schools, 10(1/2); 79-124, 1994.
 (5)    Manca S., Trentin G., La dimensione telemediale della cooperazione didattica via DeskTop Conferencing, In: Andronico A., Casadei G., Sacerdoti G. ,Atti Didamatica '96, vol. 1, AICA,  p. 167-182, 1996.
(6)    Reigeluth, C. M., A new paradigm of ISD? in Educational Technology, Giugno 1996, pp. 13-20.
(7)    Duffy, T.M., Knuth, R.A., Hypermedia and instruction: where is the match? sta in Designing Hypermedia for Learning, volume 67 - Nato ASI Series F, Springer-Verlag, New York, NY, pp.199-255.
 (8)    Bruce, B. C.,Educational Tecnology: Tools for inquiry, Communication, Construction and Expression, Paper disponibile presso il College of Education, University of Illinois, Urbana-Champaign, 1995.
 (9)    Nickerson, R. C., A Taxonomy of Collaborative Applications, Association for Information Systems (AIS), Third Americas Conference on Information Systems in Indianapolis, Indiana on Agosto 15-17, 1997.
 (10)   Bonk, C.J., King, K.S., Computer Conferencing and Collaborative Writing Tools: Starting a Dialogue About Student Dialogue, paper presentato al CSCL’95, Computer Supported Collaborative Learning Conference, Indiana University, Bloomington, Indiana,  Ottobre 1995.
 (11)   Blaye, A. , & Light, P. Computer-based learning: The social dimensions. In H.C. Foot, M.J. Morgan, & R.H. Shute (Eds.) Children helping children. Chichester: J. Wiley & sons, 1990, pp.135-150.
 (12)    Vygotsky, L.S., Il processo cognitivo, Bollati Boringhieri,Torino, 1980. Traduzione da Mind in society, The Developement of Higher Psycological Processes, Cambridge Ma. Harvard Univ. Press., 1978.
 (13)    Scimeca, S., Considerazioni per un uso didattico del World Wide Web, in Andronico A., Casadei G., Sacerdoti G., Atti Didamatica '96, vol. 2, AICA, p.329, 1996.
 (14)    Shapiro, A.M.,Diehl, C.L., Effects of multiply-linked hypermedia systems on conceptual structure, paper presentato  alla WinterText Conference. Jackson Hole, WY. Gennaio 1994.
 (15)    Kamp, I.,Collis, B., Moonen, J., A Model to Access the Value of WWW-Based Applications in Stimulating Productive Engagement by Students, paper presentato alla Edmedia & Edtelecom, Giugno 1997, Calgary, Canada.
 (16)    Vedi a questo proposito i materiali della “Commissione dei Saggi” incaricata dal Ministro Berlinguer, in Annali della Pubblica Istruzione, n.78, Giugno 1997.
 (17)    Calvani A., Iperscuola Tecnologia e futuro dell’educazione, Franco Muzzio Padova, 1994, p.53.